Nel corso degli ultimi anni l’utilizzo dello smartphone è incrementato notevolmente. Uno studio condotto da Counterpoint Research su 3.500 utenti in tutto il mondo, che voleva stabilire l’assiduità con cui utilizziamo lo smartphone, ha mostrato che:
- il 26% utilizza lo smartphone per ben 7 ore al giorno;
- il 21% trascorre davanti allo smartphone dalle 5 alle 7 ore al giorno;
- il 29% dalle 3 alle 5 ore;
- il 20% da un’ora a 3 ore;
- il 4% meno di un’ora.
La diffusione di tali device ha ovviamente cambiato anche le abitudini di ricerca degli utenti sul web. Pertanto, anche i motori di ricerca e specialmente Google, sono impegnati già da diversi anni nello sviluppo dell’indicizzazione “mobile-first” per stare al passo con i tempi e poter fornire la miglior esperienza utente possibile.
Vediamo insieme come Google si è adeguato all’avvento del mobile.
I primi update
Già nel 2015 Google annunciò, per la prima volta nella sua storia, la data in cui avrebbe cominciato a considerare la mobile friendliness come fattore di ranking. Diventava quindi molto importante avere un sito mobile-friendly per avere un buon posizionamento in SERP. Tale data era il 21 Aprile, ribattezzata “Mobilegeddon” in quanto gli esperti temevano un impatto quasi catastrofico per i propri progetti online.
Ma l’impatto di questo aggiornamento è stato inizialmente molto inferiore del previsto, solo nei mesi successivi si sono cominciate a vedere significative differenze tra le SERP mobile e desktop.
Nel 2018 arriva invece Mobile First, a seguito di studio di dati che mostrarono che oltre il 65% degli utenti accedeva al web con un dispositivo mobile (smartphone o tablet). Per questo motivo Google iniziò ad introdurre il Mobile-First indexing, così che l’algoritmo cominciò a prendere in considerazione prima la versione mobile e solo dopo quella desktop per determinare il ranking delle proprie SERP.
Questo ovviamente non si è mai tradotto in “Google scansiona solo la versione mobile del sito”. Infatti, GoogleBot prende lo stesso in considerazione siti non responsive o non mobile ma questo potrebbe comportare dei risultati negativi nel ranking.
In particolare, per permettere a Google di capire che la pagina è ottimizzata per i dispositivi mobili, è stato introdotto il tag <meta name=”viewport”> che indica al browser come mostrare una pagina su un dispositivo mobile.
In caso di assenza di questo meta, la maggior parte dei browser mobile utilizzeranno la larghezza desktop. Non è considerato un fattore di posizionamento ma è comunque un elemento fondamentale lato SEO dal momento che bisogna sempre ricordare che Google scansiona il sito principalmente nella sua versione mobile e i bot stessi danno più importanza a quest’ultima scansione piuttosto che a quella desktop.
Perché prima il mobile?
Ma perché quindi Google ha dato così tanta importanza alla versione mobile e all’ottimizzazione della sua view?
In una società sempre più frenetica e disattenta, in cui la maggior parte degli utenti vuole risolvere le sue domande e i suoi bisogni nel minor tempo possibile, trovandosi anche prevalentemente fuori casa, lo strumento più comodo e funzionale a cui possono rivolgersi è lo smartphone.
Grazie a tale device possono fare le loro ricerche velocemente e in movimento. Questo implica che, avendo uno schermo più piccolo, possibilmente utilizzeranno una sola mano per effettuare le ricerche e vorrebbero trovare la soluzione senza scrollare.
E’ per questo motivo anche che, in questi casi, conviene sfruttare al massimo la cosiddetta “posizione zero”, in quanto:
- occupa tutto lo schermo dello smartphone
- se si effettua una ricerca vocale, Google leggerà il primo risultato
- Se si hanno le mani occupate e non si può scorrere, sarà l’unico risultato visibile
Se un sito quindi non dovesse essere ottimizzato da questo punto di vista e l’usabilità su un device mobile dovesse risultare scomoda, l’utente non esiterà ad uscire dal sito e cliccare su opzioni migliori.
In ogni caso, è vero che Google predilige la versione mobile per la sua indicizzazione ma la soluzione migliore per la costruzione del sito è optare sempre per una versione responsive, cioè che si adatta a qualsiasi tipo di dispositivo.